Alimenti e nutrizione

Vitamina A

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La vitamina A fu estratta per la prima volta dal burro e dal tuorlo d'uovo da Elmer v. Mc.Collum nel 1913 e da Davis nel 1914, come fattore liposolubile indispensabile per l'accrescimento del topo e del ratto, ma fu nel 1931 che P. Karrer riuscì a determinarne anche la struttura chimica. La caratteristica della liposolubilità, condivisa anche con le vitamine D, E e K, la rende assorbibile meno rapidamente rispetto alle vitamine idrosolubili ma, anche meno soggetta ai fenomeni di degradazione e alle varie interferenze che ne possono diminuire l'assorbimento, tra queste rientrano tutte le patologie ad interesse pancreatico e l'ampia categoria delle sindromi da malassorbimento, come ad esempio il morbo di Crohnn. Nonostante questi casi limite, le vitamine liposolubili si accumulano in quantità nel fegato e gli stati carenziali si rendono manifesti nel lungo termine e solo a causa di deficit prolungati.

La vitamina A è una vitamina liposolubile, essenziale per gli esseri umani e per gli altri vertebrati i quali devono assumerla con l'alimentazione poiché l'organismo è incapace di sintetizzarlo per via endogena come la vitamina D. Comprende una famiglia di molecole contenenti una struttura a venti atomi di carbonio con il gruppo metile sostituito da un ciclo esano e una catena tetraedrica laterale con un gruppo idrossilico Retinolo, aldeidico Retinale, carbossilico Acido Retinoico, o un estere Retinil esterficato al carbonio in posizione 15.

 

 

Acido Retinoico
   

 

 

Retinaldeide

 

 

Il gruppo delle vitamina A include anche la provitamina A carotenoide che è un precursore alimentare del Retinolo. Il Retinolo quindi può essere assunto sotto due forme carotenoidi dieci dei quali agiscono come provitamine dotate di diversi gradi di attività; la più importante è il beta-carotene,seguono poi in ordine di importanza l'alfa-carotene, il gamma-carotene, Apo-8-carotenale, Apo12-carotenale, Criptoantina Echinenone, di queste molecole, il beta carotene per idrolisi enzimatica operata dalla carotenasi si converte in due molecole di Retinolo mentre tutti gli altri producono una molecola sola. Il termine Retinoide si riferisce al Retinolo, ai suoi metaboliti e agli analoghi di sintesi che hanno una struttura simile. Dei carotenoidi, chimicamente classificabili nel gruppo dei polisopropenoidi, esistono circa 600 forme. Ma dei molti carotenoidi presenti in natura solo alcuni hanno proprietà nutrizionali, l'attività provitaminica è manifestata da quelli già elencati ma soprattutto dall'Alfa e dalla Beta Cryptosaxtina, tutti pigmenti di colore giallo arancio localizzati nei cloroplasti ( strutture vegetali nei quali avviene la fotosintesi) dei vegetali. la vitamina a si presenta come un solido cristallino di colore giallo, fondente a 64C, insolubile in acqua ma solubile nei grassi e negli oli è inattivata dalla componente ultravioletta della luce e dell'aria e si ossida rapidamente, soprattutto a caldo perdendo le sue caratteristiche biologiche. La tecnologia alimentare più recente contiene entro i livelli di accettabilità la perdita della vitamina A negli alimenti. I carotenoidi in genere contengono 40 atomi di carbonio formate da due molecole legate tra loro e possono contenere una o due strutture coniugate al termine della catena, con l'eccezione del Licopene che non ha struttura ad anello e non ha attività vitaminica, rimanendo comunque una molecola importante a livello nutrizionale per la sua attività antiossidante e per la proprietà di controllare la crescita delle cellule neoplastiche. L'assorbimento dei carotenoidi, avviene nell'intestino ed è favorito dalla presenza dei sali biliari.

Può subire l'influenza di molti fattori comprendenti l'apporto dietetico dei lipidi e delle proteine. Nonostante il beta carotene sia la fonte migliore di vitamina A, la sua attività biologica è circa la metà di quella della vitamina A preformata (Retinolo); di conseguenza ragionando in termini di apporti alimentari, occorre una quantità doppia di beta Carotene per soddisfare la richiesta di vitamina A da parte dell'organismo. L'assorbimento della vitamina A avviene nel lume dell'intestino tenue, dove gli esteri della vitamina A vengono idrolizzati e si trasformano in micelle favorite dall'azione emulsionante dei sali biliari; questa fase vede anche la partecipazione dell'α-Tocoferolo che agisce come antiossidante impedendone la distruzione. Il Carotene dopo essere stato trasformato in Retinolo, assieme alla vitamina A preformata, viene esterificata sotto forma di esteri di acidi grassi a lunga catena, preferibilmente acido Palmitico ( C16H32O2); il Retinilpalmitato è trasportato dai chilomicroni attraverso il sistema linfatico e il dotto toracico al torrente circolatorio per essere immagazzinato nelle cellule di Kupfer del fegato. Gli esteri Retinilici vengono poi idrolizzati dagli enzimi epatici; Il Retinolo libero attraversa il ciclo sanguigno e giunge ai tessuti che lo utilizzano per la loro funzionalità. L'apporto giornaliero varia in base all'età, da 1500 U.I. consigliato per i lattanti,fino a 4000-5000 U.I.( ricordando che una U.I.è equivalente a 0,3μg) per gli adulti; l'apporto vitaminico deve essere incrementato durante la gravidanza e l'allattamento fino a 6000-8000U.I. giornalieri. Nel plasma i livelli di vitamina A variano da 30 a 70μg/100ml; mentre nel fegato la vitamina A di deposito varia da 30 a 70 μg per ogni grammo di tessuto epatico. Il Retinolo circola nel sangue legato ad una specifica proteina vettrice, la RPB (Retinol Protein Binding ), questa proteina il cui peso molecolare è di 2100 Daltons, sottoposta all'elettroforesi migra nel campo delle proteine α1. Una grave carenza proteica può talvolta tradursi in un ridotto livello di vitamina A a causa della ridotta sintesi del RPB, mentre un effettivo stato carenziale da vitamina A si manifesta nella nostra società attuale secondariamente a sindromi di malassorbimento o altri processi che vedono coinvolti i meccanismi di lipolisi.

E' noto fin dall'antichità che la somministrazione di fegato di bue crudo era un'ottima cura per la cura della nictalopia, essendo il fegato una delle fonti di riserva di vitamina A. Gli studi sul ruolo della vitamina A nel meccanismo della visione, valsero a Wald il Premio Nobel per la medicina nel 1967. La retina umana contiene due distinti sistemi di fotocettori: il sistema bastoncellare destinato alla visione crepuscolare o comunque con luce scarsa, e il sistema dei coni, connesso alla visione dei colori e alla luce di intensità più elevata. Il Retinolo entra nella composizione del gruppo prostetico del pigmento fotosensibile di entrambi i sistemi di fotocettori, rodopsina per i bastoncelli e iodopsina per i coni, ciò che fa la differenza è solo la natura chimica del legame che si stabilisce tra proteine e retinolo. Un grave stato carenziale è responsabile di una imperfetta visione alle basse intensità luminose. La vitamina A e la sua forma aldeidica, nota come Retinale e una proteina chiamata chiamata Opsina sono i componenti della struttura del pigmento fotosensibile dei bastoncelli della retina denominati Rodopsina o porpora visiva. La luce agisce provocando una isomerizzazione di questo pigmento, facendo partire gli impulsi nervosi che permettono la visione alle basse intensità luminose. Il pigmento in seguito si scinde in Opsina e in una forma stereoisomerica del Retinale. Al buio viene ricostituita la forma attiva del Retinale che si combina spontaneamente con l'Opsina per riformare la Rodopsina e ricominciare il ciclo. Una riserva di vitamina A è comunque indispensabile al corretto meccanismo della visione, perchè non tutto il Retinale entra nel ciclo delle porpore visive, ma una parte di esso è trasformato in un isomero inattivo. Un analogo meccanismo porta alla formazione del pigmento Iodopsina per la visione diurna. Alcuni studi hanno dimostrato negli animali da esperimento, che uno stato carenziale di vitamina si tramuta in un'aumentata suscettibilità alle infezioni respiratorie, nella induzione di neoplasie causate da agenti chimici e in una riduzione dell'attività macrofagica. La somministrazioni di alti livelli di vitamina, sotto comunque il livello di tossicità, introdotta con la dieta sono stati associati ad incremento di anticorpi dopo l'esposizione a sostanze antigeniche, attenuazione degli effetti immunosoppressivi del cortisolo, miglioramento della funzione macrofagica e diminuzione dei tumori chimicamente indotti.


La vitamina A ostacola l'azione degradatrice della collagenasi, ossia l'enzima particolarmente attivo nella fase senile della vita e causa di alterazioni cutanee di natura varia; si oppone ad una moltiplicazione cellulare incontrollata come è di riscontro nei tumori, partecipa alla sintesi proteica, alla produzione degli ormoni steroidei, alla stabilità delle membrane mitocondriali e lisosomiche nonché alla funzione visiva.


Clinicamente le carenza della vitamina A si manifesta con cecità notturna, dovuta alle cause già esaminate, xeroftalmia, cheratomalacia e dermatite papulare conseguenza di una cheratizzazione dell'epitelio congiuntivale e corneale.


Un eccesso di vitamina A può essere responsabile di fenomeni di tossicità acuta e cronica non di rado letali, come accadde ad un gruppo di esploratori artici in seguito all'ingestione di fegato di orso polare, ricchissimo di depositi di vitamina A. L'aumento della pressione intracranica in pazienti a cui sono stati somministrate dosi di vitamina A è stata messa in relazione ad un'alta somministrazione di vitamina, così come malformazioni ossee alterazioni scheletriche e cutanee.


Contenuto di vitamina A in alcuni alimenti

espresso in U.I. Per 100 gr


Carota

17000

Prezzemolo

10500

Rosa canina (frutto)

10000

Rapa (foglie)

10000

Albicocche (essiccate)

8600

Spinaci

8100

Tarassaco (foglie)

7000

Bietole

6500

Cavolo

5000

Finocchio

3500

Melone

3400

Indivia

3300

Zucca gialla

3200

Cipolla

2000

Lattuga

1900

Uovo

1000

Crescione

4500


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