I miti gli eroi e le leggende del passato

Mitologia Giapponese

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Scritto da Alba

Amaterasu

La religione primitiva professata prima dell'avvento del Buddhismo e delle altre dottrine importate dalla Cina, in Giappone, allora chiamato Ji Pen (paese dove sorge il Sole, paese del Sol Levante) era chiamata Shin-to'. Questa parola è traducibile con “ Via degli Dei” o “Dottrina degli Spiriti”. Il termine Shin è la translitterazione giapponese della parola cinese Shen. Shen secondo i testi canonici rappresenta tutte le manifestazioni che vanno al di là del normale procedere degli avvenimenti, tutto quanto suscita stupore, tutto quanto c'è di imperscrutabile nel ciclo generatore dello Ying e dello Yang. E' la forza vitale della natura, la forza che nulla crea, nulla distrugge ma che tutto trasforma, l'energia che anima l'uomo e tutto il creato. Shen vuole dire Spiriti, ma anche principio vitale, coscienza vivificante, è il collante della vita, se gli Shen ci lasciano anche la vita ci lascia.

La parola Shin-tò non è quindi giapponese, ma piuttosto è derivata dalle varie espressioni dialettali che si sono venute a formare quando il popolo del Giappone venne a contatto con la cultura e la religiosità dei cinesi. Il termine usato dai giapponesi per indicare la religione dei loro avi è quella di Kami-no Mici “Dottrina degli Dei” che ha un significato analogo alla parola Shin-tò. Kami sta ad indicare tutti gli esseri dalla potenza sovrumana, che abitano sia in cielo che in terra e dei quali si fa riferimento nei sacri testi antichi. La terra del Giappone è consacrata dalla loro presenza, risiedono negli alberi, nei fiumi, nei monti e nei mari e in tutto quanto esula da un contesto ordinario. In definitiva non c'è nulla di più vago della parola Kami; può far riferimento agli esseri ma anche alle cose o alle manifestazioni della natura, il tuono è Kami, precisamente è Naru Kami, “Dio rumoreggiante”; il drago, i folletti (Tegu) e gli spiriti dei boschi sono Kami. Le volpi dai poteri straordinari sono Kami, ma sono Kami anche i fiori di pesco. Il bene e il male e tutto quanto accade sulla terra è opera delle divinità Kami. Al libero arbitrio dell'uomo è lasciato un margine strettissimo; sono stati i Kami a instillare nel cuore degli uomini l'idea del bene e del male, del lecito e dell'illecito, tanto che è insito nella natura stessa dell'uomo quella di conformarvisi. Il ciclo della vita e delle stagioni sono programmate dai Kami, ma anche la cattiveria e tutto il male del mondo è ugualmente opera di questi Dei, chiamati Magatsubuno Kami quando sono schierati nettamente dalla parte del male. Attorno a questi Dei nacque una ricchissima mitologia, consegnata ai posteri dal Kojiki e dal Nihonji, i due testi giapponesi ritenuti più antichi. Tramandati a memoria da Hiyeda no Are, una concubina dell'imperatore Temmu e messi per iscritto da Ono Yosumaru per volere dell'imperatore Gemmyo, furono redatti l'uno in caratteri giapponesi e trascritto successivamente in cinese l'altro solo in caratteri cinesi.

Dalla lettura di questi due testi riusciamo comunque ad esporre in una maniera esauriente, essendoci pervenuta intatta, la teogonia e la cosmogonia delle divinità del Giappone.

Ancora prima delle origini di ogni cosa, c'era uno spazio infinito (Ohosora). Non esisteva nulla di nulla, non c'era il Sole, non c'era il Cielo, tanto meno la Terra e il Mare, né la Luna né le Stelle. Nel primordiale nulla dello spazio infinito c'era il Dio Invisibile del Cielo di Mezzo “Amenominakano Kami”, con lui c'erano altri due Dei Takamimusubono Kami e Kamumimusubino Kami. Dall'emanazione della loro potenza infinita si produsse una cosa, una nube sospesa nello spazio infinito. Da questa nube fluttuante nello spazio, scaturì qualcosa, simile ad un giovane germoglio di bambù, limpido, trasparente brillante che crescendo all'infinito si alzò e divenne immenso. Fu così che fu creata per prima la Volta Celeste (Amatsu Kami) con il Cielo (Ama). Mentre sopra l'immensità primordiale, il Cielo prendeva forma, uscì da sotto qualcosa di ancora indistinto, si staccò e fu creata la Luna. Mentre l'Universo cominciava a prendere il suo aspetto definitivo, furono create le essenze di sette divinità. Tre divinità solitarie, e quattro coppie di Dei, maschi e femmine:

Kuminotokotacino Mikoto, il primo ad apparire nel bel mezzo della prima cosa originata.

Kunisatsucino Mikoto

Toyokumununo Mikoto

Ohijinino Mikoto e Suhijinino Mikoto

Ohotonojino Mikoto e Onotonobeno Mikoto

Omodaruno Mikoto e Kashikoneno Mikoto

Izanagino Mikoto e Izanamino Mikoto.

Dalla miscellanea dei concetti della filosofia cinese con la tradizione dei primi abitanti del Giappone, la prima divinità, Kuminotokotacino Mikoto o Kami, fu considerato come la sintesi espressiva della potenza generatrice dei Cinque Elementi; gli altri cinque come espressione di ciascun Elemento (Acqua, Fuoco, Terra, Legno, Metallo). Mentre l'ultima coppia rappresentava la personificazione della potenza dello Ying e dello Yang. La creazione va comunque intesa come l'origine delle terre e degli esseri divini. La terra acquista una sacralità che non è estesa a tutta la terra ma solo alle terre emerse che sono le singole isole del Giappone, tracciando un filo di continuità tra mondo divino e mondo terreno.

Il Nihongi ci racconta la genesi in questo modo:

Prima che il Cielo e la Terra si separassero, e i principi dello Ying e Yang distinti; il Caos era come un uovo. Portava dentro di sé gli embrioni di ogni cosa. L'essenza più pura e leggera si sprigionò, si innalzò si estese e formò il Cielo. L'essenza più pesante si raggrumò e formò la Terra. Essendo agevole il movimento armonico della sostanza più pura; e lento il solidificare e indurire della materia grezza; si formò prima il Cielo; successivamente si formò la Terra. Apparvero gli Dei Kami e presero il loro posto nel creato. Fu allora che tra il Cielo e la Terra si produsse una cosa, una sorta di germoglio di giunco (Ashikai); la quale subì delle trasformazioni e divenne il primo Kami (Kuminotokotacino Mikoto)”.

Delle tre coppie divine, solo una fu feconda, quella formata da Izanagi (Colui che invita) e Izanami (Colei che invita). Da loro furono generate le altre divinità ma anche tutte le creature della terra, le isole e i continenti che furono partoriti nello stesso modo in cui gli uomini partoriscono la loro progenie. Izanagi è la potenza virile, Izanami la madre di tutte le cose. Per un po' la coppia divina visse in mezzo agli altri Dei, ma il Signore dell'Alto Piano del Cielo li chiamò a sé e disse loro: Discendete e fate di questo informe oceano di fango scivoloso , una ferma e splendida Terra, popolata di ogni cosa vivente. Allora il Dio mise nelle loro mani una potente lancia di giavellotto tempestato di pietre preziose chiamato Amanonuohoko (Lancia Splendente del Cielo). Così trovandosi sul “Ponte Fluttuante del Cielo” (Amano Uki Hashi)

 

Ponte fluttuante del cielo

 

e osservando il sottostante abisso tenebroso, dominio del Caos primordiale furono presi dal desiderio di costruire un regno. Izanagi, prese la sua lancia, regalo degli Dei, dalla forma di Lingam (simbolo fallico) e la immerse nelle sue profondità. Ritirando la lancia grondante di fango primordiale, una goccia cadde in mare e divenne l'isola di Onogorojima; su quest'isola discesa la coppia divina, infissero la lancia nella terra che diventò il Celeste Pilastro (Amanonihashira) e attorno a questo edificarono la loro reggia Yahirodono (Abitazione grande otto braccia).

 Izanami

Dopo aver costruito la loro reggia, furono colti dalla curiosità di scoprire i loro corpi, la diversità dei sessi e le gioie del sesso, avendo notato Izanami che nel suo corpo era presente una cavità e Izanagi aveva scoperto nel suo qualcosa di eccedente. Di seguito la traduzione letterale del fatto così come ci è stata fatta da B.H. Chamberlein,traduttore del Kojiki...Tunc Izanagi quaesivit ad Izanami:” Corpus tuum quo in modo factum est”. Ed illa.” de Corpus meum crescens crevit, sed locus est qui continuns crevit”. “ Corpus meum”, inquit Izanagi “crescens crevit, sed locus est qui superfluus crevit....dopo aver fatto questa scoperta decidono di unirsi e convolare a giuste nozze, per fare questo decidono di fare il giro del Celeste Pilastro per incontrarsi e congiungersi. Izanami parte da sinistra, Izanagi da destra. Nel momento dell'incontro Izanami disse: “Mio bello e forte sposo, io ti saluto”. “Ti saluto o mia bella sposa” risponde Izanagi, ma poi pensandoci un po' trova che spettava a lui salutare per primo, ma decide di sorvolare su questa cosa e di unirsi lo stesso alla sua cara Izanami. Dalla loro felice unione, fu generato dapprima qualcosa di molto strano, forse qualcosa di mostruoso, Hiruko che significa bambino debole, costruirono allora una barchetta di giunchi e lo misero in mare senza neanche vederlo. Non andò meglio il secondo tentativo, nacque un brutto bambino che chiamarono Awano Shima. Disperati dai due insuccessi, chiesero spiegazioni agli Dei sul perché di questa progenie imperfetta, ma neanche gli Dei riuscirono a trovare una spiegazione valida, sospettarono che la causa dei loro insuccessi fosse dovuta al fatto che Izanami aveva salutato prima di Izanagi, allora rifecero a ritroso il giro del Pilastro per incontrarsi di nuovo e questa volta Izanagi esclamò.” Ecco la mia giovane, la mia bella sposa” e lei di rimando “ E tu il mio sposo bello più che mai”. Profusero allora tutte le loro forze in un terzo tentativo e questa volta nacque un'isola grandissima, Ohoyamato Akitsushima, la maggiore delle isole del continente giapponese. Dopo questa nascita felice, furono generate le isole di Awaji, Shikoku, Kyuschù, Iki, Tsushima, Oki e Sado. Per ricordare il nome delle nascite prodigiose delle prime grandi isole generate da Izanagi e Izanami, il Giappone si chiamò Ohoyashima Kumi “ Paese dalle otto isole”. Generarono ancora delle isole minori, mentre le isolette, gli scogli e le terre fuori dal Giappone furono generate tutte dalla spuma del mare. Giunti a questo punto, vollero generare dei figlioli a loro immagine e somiglianza. Da questo parto divino, nacque Amaterasu, così bella da diventare il Sole destinata a rischiarare le tenebre del mondo degli uomini. Il Sole e la Terra pur essendo già formati rimanevano congiunti da un ponte di materia cosmica Amano Uki Hashi. Dopo la nascita prodigiosa di Amaterasu il Sole, il ponte cosmico si ruppe e cadde giù. La discendenza divina si insediava sulla Terra; il legame tra Terra e Cielo era stato reciso definitivamente, il ponte Fluttuante del Cielo non li univa più, la partecipazione degli Dei alle cose della terra diventava una presenza invisibile, gli uomini erano sulla Terra, la Storia aveva inizio. II Sole ascese in alto e nel bel mezzo si fermò, compiendo continue rivoluzioni attorno al suo asse, mentre la Terra felice cominciò a ruotarle intorno, godendo della sua sfolgorante luminosità. Fu poi la volta della Luna che si staccò anch'essa dalla Terra pur continuando a muoversi attorno. Ma della nascita del Sole, esistono molte altre leggende, ma tutte hanno il fine di dimostrare la discendenza divina della stirpe imperiale giapponese. Tutte sono concordi, quando si parla dell'origine della terra giapponese a sottolineare il carattere divino della sua origine e dell'origine celeste degli Imperatori.

 

Amaterasu il Sole

 La coppia divina generò una grande discendenza, oltre ad Amaterasu, ricordiamo la Luna Tsuki Yomi il vento Shino Tzu Hiko, la tempesta Susa no Wo, il mare Oho Fata Tzu. Ma nel dare alla luce il loro ultimo figlio, Shiho tushi o Homosubi o ancora Kagutsuki, il Dio del Fuoco, Izanami soffrì molto, profondamente colpita dal fatto che stava mettendo al mondo un elemento tanto distruttivo. In preda agli spasmi e scossa dalle convulsioni, vomitò e dalla bocca uscirono il Dio e la Dea dei Metalli (Kane). Izanami per il gran dolore di questa nascita muore e scende nella “Regione inferiore o Yomi” il Regno delle Tenebre. Ma, ripensando a tutto quello che avrebbe potuto causare quel suo figlio tanto dirompente e devastatore, decide di fare un breve ritorno sul “Regno della Luce”. Generò gli Dei d' Argilla e gli Dei dell'Acqua (dalla loro intima mescolanza secondo innumerevoli tradizioni antiche, è stato creato l'uomo); a loro fu affidato il compito dominare il Fuoco e di tenere a freno l'impeto dirompente della sua natura. Compiuta questa sua ultima missione Izanami fece ritorno nel Regno delle tenebre (Yomi). Izanagi inconsolabile per la perdita della sua amata consorte, decide di vendicarsi di quel suo impetuoso figliolo, e con i fendenti della sua poderosa spada taglia il corpo di Kagutsuki in tre parti; dalle tre parti del corpo del Dio del Fuoco, ebbero originei l Dio del Tuono, Ikadzuki, il Dio dei monti Ohoyamatsumi, e il Dio della pioggia Takao Kami. Recatosi presso una caverna situata in un luogo detto Ifuyazaka, in provincia di Idzumo, si inoltrò per discendere verso Yomi, il Regno delle Tenebre. Ritrovata la sua sposa cercò di convincerla a tornare sulla Terra, perché avevano molte cose ancora lasciate incompiute durante l'opera della creazione. Izanami purtroppo aveva già provato il cibo dei morti e questo non le permetteva più di risalire sulla Terra. Intenerita dall'amore di Izanagi che per lei si era addentrato nel Regno delle Tenebre, decide di tornare con lui, ma solo ad una condizione, Izanagi non avrebbe dovuto guardarla per nessun motivo. Detto questo si reca a parlare con le divinità degli Inferi per farsi accordare il permesso. Non resistendo più all'angoscia devastante dell'oscurità, oppresso dallo squallore di quella terra senza luce e preso dal desiderio di rivedere colei che era stata la sua cara compagna, rompe uno dei pettini che fermavano la sua fluente capigliatura e accende uno dei denti del pettine. La luce che si sprigiona seppur flebile è sufficiente ad illuminare il volto di Izanami. Un grido di orrore esce improvviso dalla sua bocca, quella che era stata “ Colei che invita” è un mostro dalle carni devastate dalla morte, sul suo corpo strisciano miriadi di esseri repellenti. Izanagi fugge inorridito, cercando di risalire al più presto possibile verso l'uscita della caverna di Ifuyazaka. Izanami presa dalla vergogna di essere stata vista così brutta e devastata, diventa furibonda e presa dall'ira insegue urlando Izanagi, a lei si uniscono per darle man forte le Arpie (Shikome ). Per guadagnare velocemente l'uscita getta a terra il suo cappello che si tramuta in una pianta di vite. Le Shikome ci inciampano ma continuano ad inseguirlo, allora getta a terra un altro pettine che subito si tramuta in un cespuglio di bambù. Arrivano compatte le otto divinità del Tuono con mille e cinquecento cavalieri dell'Ade che inseguono Izanagi. Per rallentare l'inseguimento urina e dal fiotto nasce un grande fiume che solo per un po' rallenta l'inseguimento, l'ultimo tentativo è quello di lanciare delle pesche, l'inseguimento se pur rallentato dalle pesche prosegue, ma ormai l'uscita è prossima, pieno di gratitudine per l'aiuto delle pesche, da quel momento in poi furono chiamate “Gli Augusti Divini Frutti” ed è per questo che ancora oggi il Pesco e i suoi fiori e frutti godono di un'altissima considerazione; ancora oggi si festeggia la fioritura dei peschi con una festa a carattere nazionale.

 

Fiori di pesco

 Con un grande sforzo blocca l'uscita della caverna con un grande masso di pietra. Da dentro la caverna Izanami gli intima di tornare indietro, altrimenti ogni giorno ucciderà mille persone, Izanagi ormai libero le dice che qualora rimanga ferma nel suo proposito di morte egli darà vita ogni giorno a millecinquecento nuovi esseri. Da quel momento in poi l'uomo conobbe nella Morte il suo inevitabile compagno di cammino.

Quello sfortunato contatto con il regno della morte aveva lasciato su di lui i segni dell'impurità. Per liberarsi da quella brutta sensazione va a lavarsi e purificarsi in un piccolo fiume situato nei pressi di Tachibana, si spoglia di tutti i vestiti e di tutti gli ornamenti che ha indossato durante la sua discesa a Yomi, da ciascun indumento, da ciascun ornamento nascono altre divinità purificatrici. Continuando con le sue abluzioni,dall'occhio sinistro nasce il Sole Amaterasu, da quello destro Tsuchi Yomi la Luna dal naso Susanowo il Dio della Tempesta.

 Susanawo

Naturalmente questa è un'altra delle versioni della nascita di Amaterasu, il Sole, la maggiore delle divinità nipponiche. Amaterasu,il “ Grande Spirito che illumina il Cielo” irradiante splendore emerse dalle acque,la sua luminosità si diffuse su tutta la Terra e il Cielo, mai prima di allora di era vista una gloria più splendente, regina del Sole e sorgente di vita; subito dopo la sua nascita, Izanagi meravigliato da quell'essere così perfetto che aveva creato, volle farla Regina dell'Alto dei Cieli, e come simbolo di potere le cinse il collo con una collana da cui pendeva una pietra preziosa. Susanowo fratello di Amaterasu, il Dio della tempesta, da subito si rivelò uno spirito inquieto, e per tenerlo buono gli fu assegnato, ma in realtà si trattava di un esilio, il Regno di Yomi,(mentre altri testi, tra questi il Nihonji parlano del mare). Susanowo dal suo esilio guardava lo splendore di Amaterasu e ebbe il desiderio di rivederla ancora una volta, prima di prendere congedo definitivamente e trasferirsi nel regno di Yomi, per regolare con lei alcune questioni rimaste in sospeso. Subito la sua indole indocile ebbe il sopravvento, i fiumi e le montagne furono scosse dai suoi gemiti, tutto il creato fu tempestato dalla grandine. Amaterasu indignata dal comportamento deplorevole di Susanowo, il quale tra le altre cose aveva profanato la sacra mensa, gettando una carcassa di cavallo a lei sacro, si ritirò indignata in una grotta, e sul mondo scesero le tenebre. Invano gli altri Dei la pregarono di uscire, lei si dimostrò irremovibile. Si fece ricorso allora ad uno stratagemma, complice Amanouzane la Dea delle festività. Questa Dea era grassa e brutta. Si esibì in una danza sfrenata, le cui allusioni al sesso, ebbero l'effetto di suscitare l'ilarità di tutti gli Dei presenti. Amaterasu non resistendo alla curiosità si affacciò sulla soglia della grotta. Amanouzane aveva posto li uno specchio affinché la Dea del Sole vi si potesse riflettere.

 Grotta di Amaterasu

Distratta dalla propria immagine riflessa svelto arrivò Ameno Tajikara che si era posto in agguato, la ghermì per un braccio e l'allontanò da quel luogo oscuro sigillando per sempre la caverna con una grande roccia. E di nuovo fu luce nel Mondo. Susanowo cacciato dal Cielo si recò a Izumo. Qui viveva un serpente dalle otto teste chiamato Koshi, il quale era avido di vite umane, aveva già divorato sette delle otto splendide figlie di una famiglia di Dei del luogo. Quando Susanowo, vide Kushinada Hine (Principessa della Risaia), se ne innamorò perdutamente e decide così di salvarla dalla sua triste sorte. Trasformata in pettine, si nascose tra i capelli di Susanowo. Attirato il serpente con uno stratagemma,Susanowo l'uccise e dalla sua coda uscì la spada Kusanagi. In segno di riappacificazione con la sorella, Kusanagi (conservata in seguito ad Atsuta) le fu portata in dono e da quella volta, insieme allo specchio e alla pietra preziosa della sua collana, costituiscono i simboli della divina regalità e del potere imperiale. La collana Mayatana è il simbolo del potere regale, lo specchio è il simbolo della potenza che deriva dalla conoscenza e la spada è il simbolo della forza. Susanowo dopo aver regnato per un po' ad Izumo,lo stesso luogo dove suo padre Izanagi prese commiato dalla Terra, prese definitivamente possesso del suo dominio nel Regno di Yomi. I suoi discendenti Koto Shiro Nushi o Ohonamuji e Take Minakato, sono costretti anche loro a lasciare Izumo per Yomi, lasciando il potere nelle mani dei discendenti di Amaterasu, mantenendo per loro l'autorità religiosa. Infatti Amaterasu la Splendente, volle avere anche lei sulla Terra la sua discendenza propria. Dalla collana che aveva ricevuto dal padre come simbolo dell'autorità, generò Kami Oshihomimino Mikoto, il quale generò Ninigino Mikoto, chiamato anche Sumemimano Mikoto , l'eccelso nipote di Amaterasu. Ninigino volle subito riconquistare il titolo di sovrano che era stato usurpato da Ohonamujino Kami (Signore della Terra), figlio di Susanowo il quale secondo i racconti classici ebbe comunque una parte importante nell'opera di civilizzazione del Giappone, opera intrapresa già dai nonni Izanagi e Izamani. Ninigino tentò con la diplomazia di riprendersi il trono usurpato dallo zio. Gli Dei mandarono in qualità di ambasciatore Amenhohi figlio di Ninigino a parlare con il sovrano. Ma nonostante la sua abilità diplomatica, la missione non ebbe successo. Si fece un secondo tentavo, ma per quanto abile fosse il messaggero, ben presto cadde di fronte alle lusinghe dell'amore, dimenticando la sua missione. Aveva veduto infatti la bellissima fanciulla Shitateru Hime figlia di Ohonamuji. Fu necessario ricorrere alla capacità di persuasione di due Dei Takemika Tzuchi e Futsunushi che accompagnati da Amenohohi riuscirono a convincere il principe a rinunciare al trono in favore di Ninigino. Ohonamuji dettò le sue condizioni: avrebbe lasciato il trono solo alla condizione che sulla Terra si innalzasse un tempio in suo onore. Di fronte ad una richiesta così discreta, gli Dei approvarono e nella provincia di Izumo fu costruito un tempio chiamato Ohoyashiro che secondo la tradizione è quello voluto da Ohanamuji. Fu così che Ninigino divenne il sovrano del Giappone. Amaterasu, gli consegnò le insegne reali, la spada Kusanagino Tsurugi, la pietra preziosa chiamata Yasakanino Maya Tana e lo specchio. Il giovane re Ninigino scese sulla terra accompagnato da un gran numero di divinità inferiori ed elesse come sua dimora una montagna chiamata Hirishima Yama. Dopo di lui salirono sul trono altri due Dei Hikohokodemino Mikoto e Takeukayafukiahezu Mikoto. Questi furono gli ultimi Dei a stabilirsi sulla Terra. Dopo loro,salì sul trono del Giappone Kamuyamatoiwaarehikohohodemino Mikoto conosciuto in seguito,come Jimmu Temno, il Primo Imperatore di origine umana a ricoprire questo ruolo e fondatore della dinastia dei Mikadi. La storia ci assicura che sia nato attorno al 711 d.C. e morto all'età di 127 anni.


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