I Classici della Letteratura Antica

La Poesia Sufi e il suo simbolismo

Nel leggere la poesia estatica dei Sufi occorre ricordare che, sebbene il simbolismo legato all'amore terreno e alla bellezza siano ormai entrati liberamente nel linguaggio comune, per il profano il vero significato delle parole Sufi sono rimaste nascoste a lungo.

Tuttavia, con il trascorrere del tempo certe parole hanno cominciato ad assumere un significato ben preciso e facilmente individuabile. La creazione di un linguaggio simbolico usato nella poesia Sufi si basa su una tradizione simbolica omogenea, basata su una “terminologia simbolica precisa”(Lewisohn1989.p 179). Per esempio, baci e carezze sono da riferire all'estasi dell'amore, il sonno è la contemplazione, il profumo è il desiderio del favore Divino, mentre gli idolatri sono gli uomini dalla fede pura e non certo gli infedeli come l'intendiamo noi.

Il vino, bevanda alcolica, notoriamente proibita da Maometto ai suoi seguaci è stato utilizzato come una parola simbolo del Sufi per indicare la conoscenza spirituale mentre il taverniere è la guida spirituale.

La Taverna è il luogo dove il vino del Divino Amore inebria il pellegrino.

Ebbrezza religiosa significa lo stato d'estasi da cui scaturisce la gioia dell'amore della divinità.
La bellezza significa la gloria dell'Amato. Quella bellezza ammaliatrice che sorge sotto forme diverse,rapisce l'anima e scompare.

I ricci e le trecce significano la visione della Pluralità che vela il volto dell'Unità dell'Amato.

La guancia significa l'Essenza Divina di nomi e qualità.

Il basso è il regno degli spiriti puri che sono vicini alla Divinità.

Il neo sulla guancia è il punto dell'invisibile Unità. La torcia è la luce accesa nel cuore dell'Amato. Vediamo così che per i Sufi l'amore tra uomo e donna è una foto in dissolvenza dell'amore tra l'anima e Dio; ogni istante con la persona amata assume una veste nuova, e proprio come un amante sogna la sua amata, cantando le sue lodi, pieno di desiderio di vedere il suo viso, allo stesso modo si manifesta l'eterno sogno della visione di Dio da parte dei Sufi, sempre contemplando i suoi attributi, e consumandosi nel desiderio ardente per la Sua presenza.
La storia del misticismo contiene molti appassionati canzoni d'amore verso l'Assoluto, ma nei Sufi la poesia è una ricchezza peculiare, una profondità, una colore denso di fascino per tutti noi.
La poesia Sufi abbonda di allegorie e di amore. Nei romanzi, tra le storie di Layla e Majnum, Yusuf e Zulaika, Salaman e Absàl, è facile leggere il significato nascosto della passione per l'Assoluto. Vari sono i temi d'amore dei Sufi udite nelle loro canzoni, l'usignolo innamorato
della rosa, la falena svolazzante attirata dalla luce della candela, il gemito della colomba che ha perso il suo compagno, lo scioglimento delle nevi nel deserto le cui acque scorrono, evaporano e si elevano verso il cielo sotto forma di nubi piene di pioggia dispensatrice di una vita rinnovata, offerta di Dio alla terra come simbolo della sua rivelazione. La notte oscura del deserto, il lamento di un flauto fatto di una canna strappata dal canneto e la cui musica è un triste lamento che riempie gli occhi di lacrime.
La perla gioia celata all'interno della conchiglia esterna, simbolo semplice perfetto di quanto c'è di straordinario ed occulto nell'interno, perfezione della forma eletta come veicolo ideale per esprimere la dottrina Sufi e adottata come simbolo dal significato profondo dai poeti persiani Sufi, che chiamavano all'arte poetica il “filo di perle”. Il volo degli Uccelli che simbolizza il desiderio dell'anima di separarsi dall'intelligibile, mentre il cielo significa le alte sfere celesti, dimora dell'intelligibile, quel luogo dove l'anima trae l'ispirazione per elevarsi senza riuscirci perché è impedita dai legami che intrattiene con il corpo.