Poesia

L'anima di Kahlil Gibran

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Scritto da Francesco


Il Signore separò da se stesso un'anima

Sparse sopra di essa la sua benedizione,

Idealizzò per essa la bellezza,

le diede la delizia della brezza dell'alba,

il nettare dei fiori di campo e la soavità della luce della luna.

Brindò con il calice del piacere, e disse:

"Non bere da questa coppa,

altrimenti dimenticherai il passato e non ti curerai del futuro"

E con un calice di tristezza dicendo:

"Bevi da questa coppa e conoscerai il segreto dell'allegria della vita"

Fece cadere dal cielo la saggezza,

per guidarla nel cammino della verità

e collocò nel profondo del suo cuore

occhi per vedere quello che è occulto.

Idealizzò in essa la sensibilità che si confonde

con le illusioni e vagheggia con le immagini

La vestì con le vesti della nostalgia,

tessute dagli angeli, con il filo dell'arcobaleno

Instillò in lei la perplessità, l'ombra della luce

Lancio, Dio, il fuoco incandescente dell'ira, il vento dell'ignoranza,

l'arena della spiaggia del mare dell'egoismo,

le mise in basso i due piedi del tempo e formò un uomo

Gli diede la forza cieca che assale al pari della pazzia

e calma il desiderio più imperante

Gli affidò la vita, che è l'ombra della morte.

Sorrise il Signore e pianse e sentì un amore

che non aveva ne principio ne fine,

e riunì l'uomo e l'anima.

Trad. Josè Mereb

Copyright 2011 L'anima di Kahlil Gibran. Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione 3.0 Unported.
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