Poesia
L'anima di Kahlil Gibran
Il Signore separò da se stesso un'anima
Sparse sopra di essa la sua benedizione,
Idealizzò per essa la bellezza,
le diede la delizia della brezza dell'alba,
il nettare dei fiori di campo e la soavità della luce della luna.
Brindò con il calice del piacere, e disse:
"Non bere da questa coppa,
altrimenti dimenticherai il passato e non ti curerai del futuro"
E con un calice di tristezza dicendo:
"Bevi da questa coppa e conoscerai il segreto dell'allegria della vita"
Fece cadere dal cielo la saggezza,
per guidarla nel cammino della verità
e collocò nel profondo del suo cuore
occhi per vedere quello che è occulto.
Idealizzò in essa la sensibilità che si confonde
con le illusioni e vagheggia con le immagini
La vestì con le vesti della nostalgia,
tessute dagli angeli, con il filo dell'arcobaleno
Instillò in lei la perplessità, l'ombra della luce
Lancio, Dio, il fuoco incandescente dell'ira, il vento dell'ignoranza,
l'arena della spiaggia del mare dell'egoismo,
le mise in basso i due piedi del tempo e formò un uomo
Gli diede la forza cieca che assale al pari della pazzia
e calma il desiderio più imperante
Gli affidò la vita, che è l'ombra della morte.
Sorrise il Signore e pianse e sentì un amore
che non aveva ne principio ne fine,
e riunì l'uomo e l'anima.
Trad. Josè Mereb