Poesia
Quella strana follia di Hafiz
Una deprecabile follia mi fa vergognare dei miei sessanta anni.
La mia testa canuta mi ha fatto innamorare di una verde fanciulla.
Custodisco il segreto nel mio cuor, però alla fine mi tradisco.
Come un semplice bambino sono caduto nella trappola.
Il mio stupido cuore segue i miei stupidi occhi e, di sicuro,
quando ero più giovane, ero più saggio.
Ah! Ero sempre io quello che tra di noi cantava!
Bambino pieno di fantasia, ero sempre sotto il potere di qualche sogno,
alla mercé di un semplice fiore.
Senza dubbio, Hafiz, nonostante molte cose sciocche
hai riempito peri noi il cuore di meraviglia,
mai foste schiavo dell'immaginazione come sei ora.
Non ti dimenticare, cuore mio, dei tuoi vecchi amici,
i tempi sono senza fede, però ricordati tu di coloro che ti hanno amato,
nonostante non amano più.
Ora per loro è tutto finito e distante;
continua ad amarli per l'amore che ti diedero in passato;
i tempi non hanno fede, però ricorda almeno tu.
Hafiz, animo, l'amore è un signore doloroso;
però questo sarà sempre il credo dell'Amante,
sotto la vera ombra della spada dell'Amante
né un atto gentile né una dolce azione manca della sua ricompensa
bene Hafiz la vita è un enigma.
Lasciala, non c'è risposta per questa salvo questo bicchiere.
Hafiz, credimi, alla fine sei invecchiato:
Amare e bere prima erano facili per te
nei giorni andati fosti un donnaiolo.
Però ora in entrambe le cose sei uno stolto
ora la tua anima è arida, il tuo sangue così caldo ora si è raffreddato
e tutto il tuo spirito devastato completamente.
Arthur J. Arberry